IL RECORD DEL MONDO DELLA PIÙ LUNGA PARTITA DI TENNIS
Diretta Scritta Wimbledon – Isner e Mahut, il match infinito [mercoledì 23 giugno 2010 ore 17.00]
Quello che è successo mercoledì a Wimbledon sul campo
Wimbledon, 2° turno
Campo n° 18 – N. Mahut – J. Isner 4–6 6–3 7–6 6–7 59–59 sosp.
A Wimbledon si fa la storia del tennis. Con gli italiani oggi spettatori e i big che vanno avanti più o meno agevolmente, le luci della ribalta sono tutte per John Isner e Nicolas Mahut, che danno vita all'incontro più lungo della storia del tennis. Una sfida cominciata ieri, sospesa e ripresa oggi sul campo numero 18 dove hanno cominciato ad affollarsi curiosi e fotografi che man mano perdevano interesse per quanto accadeva in campo, preferendo guardare i numeri impressionanti segnati dal tabellone. E sospesa ancora stasera per oscurità: riprenderà giovedì per il terzo giorno consecutivo. Fin qui 10 ore di partita e 426' solo il quinto set.
Fino a oggi il record dell'incontro più lungo di sempre apparteneva a Fabrice Santoro contro Arnaud Clement, giocato il 25 maggio 2004 e valido per il primo turno del Roland Garros: si impose Santoro per 6–4 6–3 6–7(5) 3–6 16–14 dopo sei ore e 33 minuti. A livello di games giocati, invece, bisogna risalire al 1969, sempre a Wimbledon, con i 112 giochi del match vinto da Pancho Gonzales su Charlie Pasarell, quando ancora non esisteva il tie–break, per 22–24 1–6 16–14 6–3 11–9.
Con i suoi 98 ace, John Isner ha anche fissato il nuovo primato in un incontro (il precedente era di 78 messi a segno da Ivo Karlovic il 18 settembre 2009 contro Radek Stepanek in un incontro di Coppa Davis). Mahut viene subito dopo: in questa sfida interminabile ne ha messi a segno soltanto
Le 10 ore di partita giocate dai due tennisti hanno un'altra particolarità: superano il tempo di permanenza in campo (sempre a Wimbledon) nella scorsa edizione, di Serena Williams, la detentrice del titolo.
Wimbledon – 70–68, Isner vince la sfida dei record
L'americano batte Mahut dopo 11 ore e 5 minuti di battaglia nella giornata che vede anche le vittorie di Murray, Soderling e Tsonga, la sconfitta di Seppi e il successo di Fognini, capace di rimontare due set di svantaggio all'americano Russel prima di chiudere 6–3 al quinto
MURRAY FA BELLA FIGURA DAVANTI ALLA REGINA –
ISNER CHIUDE
Non è durata così tanto, ma è stata ugualmente una battaglia, la partita che Jo–Wilfried Tsonga ha portato a termine contro l'ucraino Alexandr Dolgopolov: vinti i primi due set per 6–4, Dolgopolov si aggiudica gli altri due per 7–6 7–6 ma la rimonta si ferma a metà: Tsonga la spunta 10–8 al quinto.
RAFA SI DISTRAE PER DUE SET – Per il resto nessuna sorpresa: confortato da un ottimo servizio, Robin Haase sorprende Nadal nel primo set, vince anche il terzo, ma quando Rafa ingrana la quinta, esce di fatto dal campo: Nadal vince 5–7 6–2 3–6 6–0 6–2, soffrendo un po', come era accaduto nei primi due turni (in particolare con Falla) al suo illustre rivale Roger Federer; rispetto allo svizzero Nadal non ha mai dato però l'impressione di essere davvero vicino alla sconfitta. Nessun patema invece per Soderling contro Granollers (7–5 6–1 6–4), qualcuno in più per Bellucci con Fischer (6–7 7–6 7–6 6–2).
SEPPI DELUDE – Andreas Seppi non trovava dall'altra parte della rete un avversario così ostico, perché – al di là della superficie – Tobias Kamke vale certo di meno rispetto a quel Nicolas Almagro che Seppi aveva eliminato al primo turno. Le premesse sembravano buone (con l'altoatesino che si aggiudica la prima frazione per 6–3), poi però inizia a sbagliare molto, e le opportunità che il suo avversario gli concede (ad esempio nell'ultimo game) non vengono colte: finisce in trionfo per il tedesco, con gli ultimi tre set vinti 6–2 6–3 6–4.
FOGNINI, CHE RIMONTA! – È ancora una volta Fabio Fognini a regalare delle belle soddisfazioni al tennis azzurro maschile: dopo l'ottimo torneo disputato al Roland Garros, il ligure si toglie la soddisfazione di superare due turni anche a Wimbledon. Come con Monfils a Parigi, Fognini risolve a proprio favore un match–thrilling al quinto set, e poco importa se l'avversario non ha lo stesso blasone, perché ad un certo punto pareva proprio che l'azzurro fosse finito ad un passo dal baratro: sotto due set a zero (6–3 7–5) contro Michael Russel, Fognini ha la forza di rimontare. L'americano è solido da fondo, sbaglia poco, e l'italiano non riesce a far valere a pieno le sue maggiori doti tecniche. Fortunatamente, in qualche modo finisce per avere la meglio: la sua esultanza è una serie di capriole sull'erba del campo 17. Si è guadagnato un match non impossibile contro Benneteau.
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